‘Velletri città aperta’ fa parte di una serie di iniziative organizzate da ‘Noi Domani Velletri’ per confrontarsi con la cittadinanza al fine di analizzare le problematiche e le potenzialità del territorio della Città di Velletri. Erano presenti la Vice Sindaca Giulia Ciafrei ed in Sindaco Orlando Pocci.
Sabato 18 marzo, nella meravigliosa cornice della Casa delle Culture e della Musica (ex Convento del Carmine), ha avuto luogo l’incontro ‘Velletri città aperta’. L’iniziativa ha trattato il problema dell’accessibilità della città di Velletri, chiedendosi quali potessero essere le cause dell’abbandono del centro cittadino.
Il prof. Colarossi dell’Università La Sapienza di Roma, ha tracciato un focus sui principi che esprimono una visione di città e ai quali dovrebbero essere ispirate le azioni di interventi, in particolare per la rigenerazione dello spazio pubblico della Città recente per una ‘Città del buon abitare’.
I sette principi della ‘Città del buon abitare’:
- Qualità del buon abitare,
- Centralità locali e urbane,
- Piccole città nella città (quartieri 15 minuti),
- Pedonalità v/s automobilità,
- Memorie di tutti,
- Patto città campagna,
- Partecipazione attiva.
E’ stata posta poi l’attenzione sull’importanza dell’estetica della città e di come piccoli interventi possano trasformare un centro cittadino e renderlo più a misura d’uomo e piacevole da vivere.
Una bellezza che può essere apprezzata solo attraverso lo stare in luoghi sicuri al riparo dal traffico veicolare e attraverso il muoversi lentamente a piedi.
Dopo l’intervento del prof. Paolo Colarossi sono intervenuti l’arch. Andrea Mastrostefano e l’ing. Mariasole Masella che hanno messo in luce come le regole del buon abitare potrebbero essere applicate anche sul territorio di Velletri. Sono state descritte delle strategie di intervento capaci di integrare il trasporto intermodale con la scelta di rendere maggiormente pedonabili le aree pubbliche.
‘Permettere un’accessibilità alla città da parte di tutta la cittadinanza, pensare i percorsi dall’abitazione all’accesso al negozio, ragionando sulla collocazione di parcheggi, mezzi pubblici idonei ad accogliere persone con difficoltà motorie, percorsi pedonali privi di barriere architettoniche fino ad arrivare all’accesso di attività commerciali o uffici’.
Tutto questo sarebbe possibile sfruttando i parcheggi esistenti e forse integrarli anche con altri di nuova realizzazione esterni al centro storico che andrebbero a ricoprire il ruolo di parcheggi di scambio.
‘Questi interventi – hanno evidenziato i relatori – avranno una reale efficacia se inseriti in una visione d’insieme futura del territorio fatenti parte, dunque, in uno schema d’assetto costitutito dalla rete della viabilità, dalla rete del verde e dalla quella degli spazi pubblici. Prevedere – hanno proseguito – un intervento puntuale senza colloccarlo in un’adeguata rete di fruizione andrebbe a sminuire il progetto stesso perché non utilizzato e non inserito nella quotidianità della cittadinanza’.
A sostegno di questo approccio sono state presentate due tesi di laurea in urbanistica dell’ing. Ilaria Rinaldi e dell’Ing. Mariasole Masella in cui sono stati applicati i principi del buon abitare.
Nel primo lavoro di tesi l’obiettivo è stato quello di ricollegare la centralità della ‘Zona 167’ con il centro cittadino e le zone limitrofe.
Nel secondo progetto è stata trattata la zona di Fontana Marcaccio per permettere una connessione tra la città e il Parco dei Castelli Romani, mediante percorsi pedonali, parcheggi di scambio e l’utilizzo di mezzi pubblici che hanno permesso di ricollegare i vecchi luoghi di aggregazione del quartiere, caratterizzati dalle dispense, i vecchi lavatoi e i fontanili. In entrambi i lavori sono stati messi in luce l’importanza dei percorsi, che siano essi assi pedonali o connessioni visive e percettive, e l’importanza dello spazio pubblico.
Durante l’evento è stato messo in luce quanto sia importante il confronto con la cittadinanza quando si parla di città. Una cittadinanza che è necessario sia inserita nella futura pianificazione della città al fine di aumentare la sensibilizzazione e far si che il cittadino si senta artefice della propria città e di conseguenza sia stimolato e interessato a mantenerla e valorizzarla.
L’ing. Mariasole Masella ha voluto concludere con una frase proprio del prof. Colagossi: ‘il cittadino si sente appartenente a quei luoghi’… ‘quei luoghi che ogni giorno, in modo consapevole o inconsapevole ci provocano sensazioni e percezioni che fanno parte della quelità dell’abitare’.