Il solstizio d’estate è un fenomeno astronomico che si verifica quando il Sole raggiunge il punto di declinazione massima positiva rispetto all’equatore celeste. In altre parole, è il momento in cui il Sole appare alla sua massima altezza nel cielo di mezzogiorno. Questo evento segna il giorno più lungo dell’anno, con il massimo numero di ore di luce diurna.
Il termine “solstizio” deriva dal latino “solstitium”, che combina le parole “sol” (Sole) e “sistere” (fermarsi), indicando il momento in cui il Sole sembra fermarsi nel suo moto ascensionale prima di iniziare la sua discesa. Dopo questo evento astronomico, le giornate iniziano a raccorciarsi progressivamente fino al solstizio d’inverno, che segna il giorno più corto dell’anno.
Quest’anno cade il 20 giugno alle 22:51 ora italiana. È un momento storico poiché è il solstizio più precoce degli ultimi 228 anni, anticipando di qualche ora rispetto alla data solita del 21 giugno. Questo anticipo è dovuto alla complessità del calendario gregoriano e alla necessità di aggiustamenti occasionali per mantenere la sincronizzazione con l’anno solare.
Questo evento si verifica a causa dell’inclinazione dell’asse terrestre, che è inclinato di circa 23,5 gradi rispetto al piano dell’orbita terrestre attorno al Sole. Questa inclinazione è responsabile delle stagioni. Durante il solstizio d’estate, il Polo Nord è inclinato verso il Sole, e l’emisfero nord riceve la massima quantità di luce solare. Al contrario, l’emisfero sud vive il solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno.
Dal punto di vista ecologico, il solstizio d’estate è un periodo di massima attività biologica. Le piante raggiungono il picco della fotosintesi grazie alla prolungata esposizione alla luce solare, e molti animali sono nel pieno della loro stagione riproduttiva. Le lunghe giornate influenzano anche il comportamento umano, promuovendo attività all’aperto e una maggiore interazione sociale.