Avevamo iniziato la scorsa settimana il ‘Tour’ delle meraviglie della Cantina Colle di Maggio insieme a Davide Gagliano, titolare dell’enoteca Vinarius che aveva raccontato ‘Lunapigra’ e ‘Neroparadiso’ LEGGI QUI . Oggi è la volta di altre due meraviglie nate dalle alchimie d’uve della splendida cantina veli terna Colle di Maggio; tra queste colonne, presentiamo ‘Vèlia’ e ‘Chardonnay’, altri due prodotti d’eccellenza molto apprezzati presso l’enoteca Vinarius.
‘Vèlia, sulla cui etichetta è rappresentato un dipinto dell’artista Agostino De Romanis, è vinificato con uve Chardonnay e Fiano – le parole di Davide – colore giallo paglierino con riflessi oro. Al naso è pieno con note di frutta gialla leggermente matura, melone e ananas, che lasciano spazio ad una nota agrumata candita in armonia con tratti di mimosa, burro e miele. In bocca presenta buona cremosità e persistenza finale con una sapidità molto ben integrata. Perfetto con risotto ai frutti di mare, tentacolo i polpo grigliato e filetto di maiale’.
Parlando dello Chardonnay, raccontiamo di un vino fatto con sole uve Chardonnay affinato per 12 mesi in barriques di rovere francese da 500 litri. Proseguirà la sua evoluzione per almeno altri 6 mesi in bottiglia. ‘Il colore è giallo paglierino con riflessi verdognoli – racconta Davide – al naso freschi sentori di fiori bianchi, note di mela golden e sfumatura di banana. In bocca una bella freschezza lascia spazio ad un sentore sapido sorretto da una buona acidità’.
Anche per questo prodotto, la cantina Colle di Maggio ha sperimentato tra i filari la ‘pacciamatura’, una tecnica che prevede l’utilizzo di ciottoli bianchi calcarei per impedire la crescita delle erbe infestanti. Inoltre, grazie al colore dei ciottoli i raggi solari, riflettono e irraggiano anche gli acini nascosti al sole, garantendo una maturazione uniforme e un colore brillante. Il prossimo appuntamento, racconterà di altri prodotti top della Cantina Colle di maggio: i vini ‘Sirio’ e ‘Orione’, per proseguire la settimana successiva con ‘Estia e Venere’