«La Cloaca Massima è ridotta a una fogna, viene facile il gioco di parole. Ma è triste, infinitamente triste rimanere silenti di fronte a una Roma ridotta così. L’antica opera, che ha il suo sbocco monumentale sul Tevere, all’altezza del Foro Boario e al tempio di Ercole Vincitore, quasi di fronte all’Isola Tiberina, è nel completo abbandono. Appare come un sito colpito da un disastro: la prova dei fatti di come funziona la “transizione ecologica” della Capitale: da Città Eterna a Gotham City. Le foto non possono rendere appieno. Bisognerebbe andarci di persona, scendendo sulla banchina del Tevere da ponte Palatino, come abbiamo fatto noi più volte».
Lo ha reso noto Sergio Nerone Iacomoni, presidente del Movimento Storico Romano.
«Sulla banchina, in posizione arretrata, si apre l’arco di conci secolari. La Cloaca Massima, la fognatura più antica del mondo, ha oltre 2500 anni e risale all’epoca di Tarquinio Prisco. Notizie si trovano ovunque, ovviamente anche sui siti del Comune e della Sovrintendenza. Il luogo ora è una discarica: pattume, inferriate divelte, tubi arrugginiti di cui non è chiara la funzione, rifiuti difficili da classificare. E, su tutto, campeggiano gli sfregi dei graffitari. Nell’ultima visita effettuata, abbiamo notato una persona che “rassettava” l’ingresso, quasi fosse la sua casa. E forse, a giudicare da alcuni elementi presenti, effettivamente lo è», ha aggiunto Sergio Nerone Iacomoni.
«E ora continuiamo a farci del male, confrontando la situazione della capitale con quello che accade oltralpe, in casa dei nostri cugini francesi. Ebbene, a Parigi il tour nei vecchi cunicoli fognari è un’attrazione a pagamento, con tariffa ridotta per gli studenti. Il “museo delle fogne”, così lo chiamano, è visitato ogni anno da decine di migliaia di turisti», ha spiegato Sergio Nerone Iacomoni.
«Se allarghiamo l’orizzonte elevando la prospettiva, sempre in Francia il Pont du Gard, un ponte acquedotto romano di più di duemila anni, naturalmente in perfette condizioni, non solo è un luogo turistico, ma un centro di attrazione culturale della Provenza, con annesso museo “moderno e dinamico”. Ovviamente tutto a pagamento. Per la cronaca il ponte è quello che appare sulle banconote da 5 euro. Ogni anno riceve centinaia di migliaia di visitatori», ha proseguito Sergio Nerone Iacomoni.
«Insomma, i nostri cugini francesi muovono l’economia con la storia (anche romana) e riescono a vendere pure la gita tra i miasmi dei collettori di acque nere. Nella capitale, invece, la cloaca-monumento non solo non è sfruttata commercialmente, ma non è ancora ben conosciuta – secondo la sovrintendenza capitolina “manca uno studio organico” – ed è ridotta a una discarica. Tra parentesi: qualcuno direbbe come gran parte della città. Ma noi non lo diciamo», ha concluso Sergio Nerone Iacomoni.