“Una occasione per superare lo storico squilibrio nei fondi europei assegnati al settore primario con l’Italia che è superata da Francia, Germania e Spagna, nonostante sia il primo Paese europeo per valore aggiunto, numero di imprese agricole e qualità delle produzioni con 305 specialità a denominazione di origine riconosciute a livello comunitario e il primato nelle aziende biologiche”.
E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel commentare le dichiarazioni Ministro dello sviluppo Economico Stefano Patuanelli sul fatto che “con il Recovery fund e le dotazioni canoniche che l’Ue usa per vari asset, l’Italia per la prima volta da contributore netto diventerà ricettore netto nel prossimo triennio”.
“Per superare il gap competitivo nei confronti degli altri Paesi l’agroalimentare va incluso nei progetti strategici da realizzare con le risorse del Recovery Fund” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “la necessità di superare i limiti alla capacità di investimento nel comparto agricolo ed alimentare”.
Il Recovery Fund – sostiene Prandini – è importante per recuperare i ritardi accumulati nelle infrastrutture, dai trasporti alla logistica fino alle energie rinnovabili, che penalizza le produzioni agroalimentari nazionali rispetto ai concorrenti. E poi, spazio all’internazionalizzazione, agli investimenti in nuovi mercati, ma senza trascurare quelli consolidati come gli Stati Uniti che – conclude Prandini – rappresenta un partner centrale per l’agroalimentare Made in Italy.