È stato presentato ieri a Roma il restauro dell’icona della Madonna del Pantheon, un intervento di alto valore culturale realizzato dal Ministero della Cultura, in particolare dall’Istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei nazionali della città di Roma, guidato da Massimo Osanna, in collaborazione con il Capitolo della Basilica di Santa Maria ad Martyres.
Alla cerimonia hanno partecipato personalità di spicco del panorama culturale e religioso, tra cui il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, il Direttore generale Musei, Massimo Osanna, e il Segretario del Capitolo della Basilica di Santa Maria ad Martyres, Mons. Franco Sarzi Sartori. La Direttrice del Pantheon, Gabriella Musto, ha illustrato i dettagli del restauro, mentre la restauratrice Susanna Sarmati ha offerto un approfondimento tecnico sull’intervento.
L’icona della Madonna del Pantheon, risalente alla consacrazione della Basilica nel 609 d.C., è stata restaurata dopo 63 anni dal suo primo e unico intervento conservativo, grazie ai fondi messi a disposizione dallo sponsor Bulgari. Il restauro, durato 8 mesi, è stato caratterizzato da una campagna di studio e ricerca, scelte diagnostiche e scientifiche innovative e l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia. Il team interdisciplinare di professionisti è stato selezionato e guidato dalla direttrice Musto, coordinatrice anche della direzione scientifica del cantiere, e comprendeva illustri esperti come Antonio Sgamellotti, docente emerito di Chimica inorganica dell’Università degli Studi di Perugia e Accademico dei Lincei, Susanna Sarmati, restauratrice, Chiara Anselmi e Nicola Macchioni del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Massimo Musacchio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Matilde Amaturo e Silvana Costa dell’Istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo, e Paolo Castellani della Direzione generale Abap.
L’opera, realizzata a tempera su legno di olmo, è profondamente legata alla data del 13 maggio 609 d.C., quando Papa Bonifacio IV consacrò il Pantheon a tutti i martiri cristiani e alla Vergine di Santa Maria ad Martyres, ricevendo in dono l’icona della Beata Vergine. La tradizione attribuisce la creazione dell’icona all’Apostolo Luca, noto per aver dipinto altre icone mariane. Da quel momento, l’antica Madonna di San Luca, detta Madonna del Pantheon, ha accompagnato il monumento attraverso i secoli.
L’icona rappresenta la Madonna Odigitria, con la mano destra rivolta verso il Bambino, simbolo della via della salvezza e della verità. Nel 1961, dopo il restauro curato da Carlo Bertelli, l’icona fu collocata nella Cappellina d’inverno della Basilica per motivi di conservazione, mentre una copia eseguita nel 1959 da Geneviève Garnier è posizionata sopra l’altare maggiore del Pantheon.
Ora, l’icona restaurata tornerà nella Cappellina d’inverno, parte del complesso monumentale che, al termine dei lavori di riqualificazione in corso, sarà accessibile al pubblico attraverso visite guidate dedicate. Questa iniziativa permetterà di apprezzare non solo la bellezza e il valore storico dell’icona, ma anche l’importanza del restauro come ponte tra passato e presente, tra tradizione e innovazione.