Quasi 550 milioni di euro articolati in tre misure: potenziamento della sanità territoriale, ammodernamento tecnologico, adeguamento antisismico degli ospedali. In sintesi, questi gli interventi che saranno portati avanti per migliorare la sanità nel Lazio con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Li ha illustrati l’assessore Alessio D’Amato durante un’audizione congiunta con le commissioni Sanità e Bilancio del Consiglio regionale, presiedute rispettivamente da Rodolfo Lena e Fabio Refrigeri.
“Si tratta di tre diverse missioni, a cui la Giunta ha dato seguito approvando altrettante delibere il 30 dicembre – ha spiegato l’assessore alla Sanità – Entro il 28 febbraio potranno essere ulteriormente migliorate e modificate”.
La prima missione riguarda il potenziamento della sanità territoriale. Tre gli interventi previsti. Innanzitutto l’istituzione delle case di comunità, per la quale sono a disposizione 159 milioni di euro. “Saranno 170 strutture in tutta la Regione – ha spiegato D’Amato – che assorbiranno anche le attuali case della salute. Si tratta di una rete importante per la sanità territoriale, sono stati già fatti accordi con le amministrazioni comunali, le Ater, il demanio e il demanio militare, che metteranno a disposizione le strutture necessarie. Avranno una grandezza intorno ai mille metri quadri, ci saranno ambulatori, diagnostica. L’assistenza sarà soprattutto infermieristica, ma sarà importante anche la partecipazione dei medici di base che, con il nuovo contratto, dovranno impiegare parte del loro orario di lavoro proprio in queste strutture”.
Saranno poi creati riguarda 44 ospedali di comunità. “Il Pnrr mette a disposizione 86 milioni di euro, aveanno massimo 40 posti letto e saranno dedicati soprattutto all’assistenza di chi ha patologie croniche”, ha spiegato l’assessore.
Terzo punto riguarda la creazione di 64 centrali operative territoriali (una per ogni distretto sanitario più una di coordinamento), che saranno il riferimento del numero unico europeo 116117 e avranno come compito principale la presa in carico dei pazienti con patologie croniche.
La seconda misura del Pnrr è relativa all’ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero. Si tratta di 102 milioni di euro destinati all’acquisto di grandi apparecchiature. “Saranno sostituiti i macchinari con più di 5 anni di vetustà – ha dichiarato D’Amato – in tutto si tratta di 298 nuovi acquisti. Ci saranno maggiore velocità nell’erogazione delle prestazioni, maggior precisione nelle diagnosi, meno radiazioni. Altro punto importante: dopo i nuovi acquisti il servizio sanitario pubblico non potrà più accreditare privati che abbiano macchinari al di sotto di questo standard, una misura che favorirà il rinnovamento tecnologico anche per questi soggetti”.
La terza misura è relativa all’adeguamento antisismico degli ospedali: “Il Pnrr prevede interventi per 180 milioni. Abbiamo già stilato un elenco degli interventi, basandoci sui dati anagrafici delle strutture e la zona zona sismica in cui si trovano – ha specificato l’assessore – Va sottolineato infine che il Pnrr prevede solo interventi in conto capitale, non ci sono misure per l’assunzione di nuovo personale. Secondo noi è necessario eliminare il tetto di spesa attualmente previsto.
Nel corso del dibattito Davide Barillari e Francesca De Vito (gruppo misto) hanno posto una serie di domande sulla natura delle case di comunità, sui criteri usati per l’ammodernamento tecnologico e l’adeguamento antisismico e sulla necessità di assumere nuovo personale.
Giancarlo Righini, Massimiliano Maselli, Chiara Colosimo (FdI) e Orlando Tripodi (Lega) hanno puntato sulla richiesta di una discussione in commissione e in Consiglio regionale su queste delibere: “L’attività di programmazione deve essere discussa in Consiglio – hanno spiegato – questa Giunta sta calpestando lo Statuto della Regione. Vogliamo discutere non solo queste delibere, ma tutte quelle che riguardano il Pnrr”.
Su questo tema l’assessore ha manifestato la sua disponbilità. Richiesta fatta propria anche dal presidente Lena e dai consiglieri Emiliano Minnucci (Pd) e Marietta Tidei (gruppo misto) secondo i quali “il termine del 28 febbraio dà tutto il tempo necessario per una discussione complessiva sui provvedimenti, senza andare a discutere del singolo intervento che è stato concordato con le amministrazioni locali”. La consigliera Tidei ha anche sottolineato la necessità di “rivedere il tetto per le assunzioni del personale, facendo sentire la voce della Regione nei confronti del Governo nazionale”.