Guardare il fiume Almone da uno dei ponti pedonali, significa osservare brandelli di plastica trattenuti dalla vegetazione e dagli arbusti, agitarsi come fetide bandierine. Non è un bello spettacolo. Il piccole fiume, il terzo della Capitale, scorre nella Valle della Caffarella, una grande area verde ricca di archeologie facente parte del Parco regionale dell’Appia Antica, ma soprattutto all’interno del tessuto urbano semicentrale e a portata di Metro.
Nell’Almone, narra la leggenda, vi faceva il bagno la ninfa Egeria, della quale si invaghì Numa Pompilio, il secondo Re di Roma, che la sposò. Alla morte del sovrano la ninfa si disperò e cominciò a vagare nei boschi che costeggiavano l’Almone finché, stremata, si sciolse in lacrime dando vita alla fonte che ancora oggi porta il suo nome.
Fuori dal cancello della Caffarella, su via dell’Almone, di fronte alla fonte Egeria, c’è un mini-deposito di spazzatura: non certo un bel biglietto da visita.
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