Audizione ieri in XI commissione Sviluppo economico, presieduta da Marietta Tidei, sulla proposta di legge n. 223 del 2020, concernente “Disposizioni relative alle attività di tatuaggio e di piercing”. Questa proposta di legge vuole colmare un vuoto normativo in materia, su un tema che associa finalità mediche e sanitarie con quelle produttive e creative, ha detto la proponente Marta Leonori del Partito democratico. Le associazioni di categoria intervenute si sono mostrate infatti soddisfatte dell’iniziativa regionale, pur ponendo temi relativi specialmente ai requisiti formativi richiesti dal testo; tema riconosciuto come centrale anche dalle parti istituzionali intervenute (Ministero della sanità, ISS e Direzione regionale salute), insieme a quello della tutela della salute degli operatori e degli utenti.
La proponente Marta Leonori ha ricordato che alcune regioni, come Friuli Venezia Giulia, Toscana e Marche, hanno già legiferato sul tema, che la proposta si compone di 13 articoli e che i requisiti richiesti in sede formativa sono stati innalzati, visto il fatto che si interviene con queste attività in modo indelebile sulla pelle delle persone. Anche la parte della proposta relativa ai controlli è stata redatta con molta attenzione, ha concluso Leonori.
Per conto dell’Ufficio IV Sicurezza ambientale e prevenzione primaria del Ministero della salute, Aurelia Fonda ha riferito su un documento redatto dal ministero su questo argomento con direttive in materia di salute che dovrà essere sottoposto alle regioni; purtroppo questo documento si è arenato per il ricorso delle associazioni del settore estetico dovuto al fatto che si ponevano dei paletti di carattere sanitario sulla pratica dei tatuaggi medici. Il ricorso è stato vinto davanti al Tar da parte del Ministero ma si attende l’esito dell’appello in Consiglio di stato. Nel documento, ha specificato ancora la dott.ssa Fonda, si propone un livello di tutela sanitaria degli operatori analoga a quella degli operatori sanitari. Altro tema posto è quello della formazione, che non può prescindere dai percorsi stabiliti dalle norme regionali, ha detto ancora Fonda, che però ha espresso soddisfazione per il fatto che il Lazio voglia dotarsi di tale normativa.
Identica soddisfazione è stata espressa dal rappresentante dell’ISS-Centro nazionale ondico-Centro nazionale tecnologie innovative in sanità pubblica (TISP), Alberto Renzoni , che ha confermato però che la formazione è un tema spinoso, in questa materia, facendo riferimento agli articoli 1 e 2, in particolare, e ha posto una questione preliminare su alcune definizioni che andrebbero meglio specificate, a suo avviso. Questo sarà possibile se il documento di cui parlava la dott.ssa Fonda giungerà al termine del suo iter, comunque, secondo Renzoni.
A seguire, il Dirigente area promozione salute e prevenzione Regione Lazio, Maurizio Di Giorgio, ha sollevato il tema della sorveglianza sanitaria dell’eventuale lavoratore dipendente, nel caso in cui il tatuatore non sia un lavoratore autonomo bensì il dipendente di una struttura. Tuttavia, ha aggiunto, esiste una normativa europea, per quanto datata, che prevede che anche il lavoratore autonomo, in modo del tutto volontario, possa sottoporsi alla sorveglianza sanitaria prevista per i dipendenti. Altri temi importanti sono quelli della tutela della salute dei clienti e della formazione, già sollevati da precedenti intervenuti. Importante il ruolo delle Asl, comunque, secondo Di Giorgio; attenzione al tema degli inchiostri è stata suggerita dal dott. Carlo Muscarella, intervenuto a supporto del dirigente regionale.
Per le associazioni, a nome dell’Ass. Tatuatori, Eliseo Giuseppin ha richiamato l’attenzione sulla univocità della attività dei tatuatori, pur nelle differenze di motivazioni (sanitarie o estetiche) in base alle quali le persone decidono di ricorrere alla loro opera; lo stesso ricorso frequente a una terminologia straniera in documenti ufficiali non contribuisce, a suo avviso, alla chiarezza. CNA, con Valerio Galeotti, ha detto di apprezzare molto l’intento di voler legiferare in questo campo; la tutela della salute è sicuramente importante e le questioni definitorie è bene vengano precisate a livello istituzionale, a suo avviso. Infine, l’AIPP (Associazione italiana piercer professionisti) con Luca Trapassi ha espresso soddisfazione per il fatto che l’argomento venga affrontato, anche se non è esatto che ci fosse un vuoto normativo in materia in precedenza, ha aggiunto Trapassi citando alcune delibere di giunta. Sulla formazione ci sono delle problematiche, ma a suo avviso con la collaborazione tra le parti si possono superare.
In una breve conclusione, Marta Leonori ha riconosciuto che sulla questione della formazione ancora c’è qualcosa da rivedere, ma alcuni aspetti dovranno essere per forza rinviati ai regolamenti, mentre le normative nazionali si danno per acquisite, ha aggiunto.