Il ricordo social più gettonato delle vacanze è il food selfie con un italiano su cinque (20%) che ha postato agli amici e conoscenti o sui social fotografie dei piatti consumati a casa o al ristorante durante le vacanze estive. È quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixè in occasione della settimana che segna il rientro dalle vacanze per la stragrande maggioranza degli italiani.
Una tendenza che – sottolinea la Coldiretti – evidenzia il profondo cambiamento determinato dall’emergenza Covid con il lockdown che ha riportato gli italiani in cucina e alla riscoperta del valore del cibo. La testimonianza del fatto che la cultura del cibo si è affermata come momento di socializzazione anche sul web nel tempo delle vacanze segnate dalla necessità di mantenere comunque il distanziamento sociale che – precisa la Coldiretti – ha costretto molti a rinunciare alle tradizionali adunate a tavola.
La cucina è tornata ad essere quest’estate un’attività gratificante anche in vacanza, come mai era avvenuto dal dopoguerra, anche perché la maggioranza degli italiani – continua la Coldiretti – ha scelto di riaprire le seconde case di proprietà, o di alloggiare in quelle di parenti e amici o in affitto, ma nella classifica delle preferenze ci sono nell’ordine anche gli agriturismi mentre sono in sofferenza gli alberghi.
I momenti di socializzazione a tavola – sottolinea la Coldiretti – si sono dunque trasferiti in rete con vere e proprie sfide del gusto a colpi di immagini dell’ultima prelibatezza sfornata o del piatto curioso ordinato che diventa oggetto di animate discussioni tra parenti e amici.
C’è però chi non si è accontentato di fotografare con quasi un italiano su due (49%) che in vacanza ricercano prodotti tipici come souvenir. Tra le specialità più acquistate – precisa la Coldiretti – vincono i formaggi, davanti ai salumi, al vino e all’olio extravergine d’oliva.
La ricerca dei prodotti tipici è diventato un ingrediente irrinunciabile – spiega Coldiretti – delle vacanze in un Paese come l’Italia che è leader mondiale del turismo enogastronomico potendo contare sull’agricoltura più green d’Europa con 305 specialità ad indicazione geografica riconosciute a livello comunitario e 524 vini Dop/Igp, 5155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole biologiche, la più grande rete mondiale di mercati di agricoltori e fattorie con Campagna Amica e 24mila strutture agrituristiche diffuse lungo tutta la Penisola.
L’emergenza Covid secondo l’analisi della Coldiretti ha pero’ fatto crollare del 30% la spesa turistica per la tavola a causa dell’assenza dei vacanzieri stranieri e della ridotta disponibilità economica di quelli italiani colpiti dalla crisi con drammatici effetti sulla ristorazione e sull’intera filiera agroalimentare. Il risultato è che sulla spesa turistica per il consumo di pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche scende nel 2020 sotto i 20 miliardi di euro dopo una crescita costante nel corso dell’ultimo decennio. Ad essere colpite – conclude la Coldiretti – sono state soprattutto le città d’arte storiche mete del turismo dall’estero con trattorie, ristoranti e bar praticamente vuoti.