In che modo il mondo della cultura si sta preparando al post-covid? Cosa cambierà nelle abitudini degli italiani, dei turisti, e nella fruizione del nostro immenso patrimonio? Eventuali nuove modalità interesseranno anche spettacoli ed eventi pubblici di spessore? Quanto sarà importante innovare? Tante domande che esigono delle risposte appropriate, per anticipare i tempi ed essere pronti a ripartire quando il coronavirus non rappresenterà più una minaccia.
In questa ottica, con l’obiettivo di compiere un primo passo per l’attivazione di un dialogo sempre più ampio, veloce e costruttivo, si svolgerà lunedì prossimo, 23 novembre, alle ore 12, un dibattito online promosso dal Centro di Alta formazione e Avviamento alla Carriera della John Cabot University (JCU), l’ateneo americano con sede nel cuore di Roma, a Trastevere.
“Il Futuro vive di cultura, nuove frontiere e modi di fruizione del patrimonio culturale”, questo il titolo dell’evento, che sarà possibile seguire su Zoom (fino al raggiungimento dei posti disponibili), o in diretta sulla pagina Facebook della John Cabot University.
Prenderanno parte: Remo Tagliacozzo, amministratore unico di Zetema; Umberto Croppi, direttore di Federculture; Franco Pavoncello, presidente della JCU. Modererà Antonella Salvatore, docente di Marketing e direttore del Centro di Alta formazione e Avviamento alla Carriera della JCU.
«La John Cabot University ha da sempre un forte rapporto con l’arte, la cultura, quindi con Roma e l’Italia. Accogliamo studenti da tutte le nazioni per il nostro master in Art History e per la laurea triennale. Cerchiamo, inoltre, di formare i giovani per un mondo in rapida evoluzione», ha dichiarato Franco Pavoncello.
«Credo che la pandemia imponga delle riflessioni serie e lungimiranti su cosa dobbiamo attenderci dopo, nello specifico in ambito culturale, e su cosa sarà possibile – o auspicabile – realizzare, facendo valere studi e competenze», ha spiegato Antonella Salvatore.