Sono incalcolabili i danni per le aziende agricole di Roma e provincia a causa degli incendi, che in questi giorni stanno devastando i loro terreni, distruggendo le loro coltivazioni e uccidendo animali.
“Siamo davvero preoccupati – spiega il presidente di Coldiretti Roma, Niccolò Sacchetti – i danni alle nostre aziende agricole sono incalcolabili. Gli incendi hanno distrutto coltivazioni di frutteti, vigneti e uliveti, ma a risentirne sono state anche le aziende zootecniche che si trovano nelle numerose aree colpite dagli incendi. Registriamo danni anche alle colture cerealicole. Devastate molte coltivazioni di kiwi, soprattutto nell’area del litorale romano e in particolar modo a Pomezia. Danneggiati, inoltre, gli impianti di irrigazioni e le coperture antigrandine. Le nostre aziende devono essere sostenute con lo stanziamento di fondi. Servono ristori immediati”.
L’allarme era stato lanciato da Coldiretti Roma già subito dopo il rogo di Malagrotta, a cui ne sono susseguiti molti altri. Fino ad arrivare nei giorni scorsi ad oltre 400 richieste di intervento ai vigili del fuoco in 72 ore. Richieste che solo da metà giugno sono state oltre 1200. Oltre sedicimila gli ettari di boschi e terreni andati a fuoco in tutta Italia dall’inizio del 2022, una superficie pari a ventiduemila campi da calcio. È quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti su dati Effis. Il risultato è che i roghi segnalati sono già il triplo rispetto alla media degli ultimi quindici anni.
“Le nostre aziende – prosegue Sacchetti – già sul lastrico per numerose difficoltà che in questi anni hanno dovuto affrontare, rischiano di chiudere e tagliare migliaia di posti di lavoro. La loro funzione è fondamentale per la sorveglianza di vaste aeree, che senza la loro presenza sarebbero maggiormente esposte a calamità e al rischio roghi. Gli agricoltori sono le sentinelle dei territori, una sorta di piccolo presidio di protezione civile, pronti ad intervenire anche con i loro mezzi, qualora sia necessario”.
Ogni rogo costa agli italiani oltre diecimila euro all’ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate in un arco di tempo che raggiunge i 15 anni.
“Occorre creare le condizioni economiche e sociali – conclude Sacchetti – affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di vigilanza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli, anche nei confronti delle azioni criminali. Bisogna saper cogliere le opportunità che vengono dall’economia circolare dotando il Paese di una riserva energetica sostenibile”.