“Abbiamo raggiunto un grandissimo obiettivo con il riconoscimento IGP dell’Olio Roma, che riguarderà 316 comuni del Lazio e sarà disponibile già per la prossima stagione”. Così vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente della federazione regionale, David Granieri, ha commentato il via libera alla prima denominazione “Olio Roma”. La Commissione Europea ha, infatti, approvato l’inserimento dell’olio “degli antichi romani” nell’elenco comunitario delle Igp (Indicazione di origine protetta). “Un riconoscimento fortemente voluto da Coldiretti – prosegue Granieri – che va ad associare un nome evocativo come quello di Roma, che rappresenta un autentico patrimonio in termini di notorietà e di big data, a un prodotto di grande qualità che ha tutte le carte in regole per diventare l’ambasciatore del nostro territorio nel mondo”.Una denominazione, quella dell’Olio di Roma Igp, che riguarderà 316 comuni del Lazio, di cui 107 nel territorio della Città Metropolitana di Roma Capitale, 27 in provincia di Latina, 35 in provincia di Rieti, 60 in provincia di Viterbo, 87 in provincia di Frosinone per una produzione totale di circa 75.000 tonnellate di olive e 10.550 tonnellate di olio ogni anno, per un valore economico complessivo di quasi 52 milioni di euro.“La ricetta dell’enogastronomia, turismo e cultura è vincente – aggiunge Granieri – e punta a trovare una sintesi come attrattore per quelle che sono le opportunità del Recovery Fund. Sono molteplici gli scenari che si configurano in questo settore per il nostro territorio. Registriamo, inoltre, una crescente attenzione verso i prodotti di qualità da parte delle famiglie, 9 su 10, che consumano olio extravergine d’oliva tutti i giorni. Questo ha favorito la nascita di eventi e corsi, come quello di Evologo e alla fondazione della prima Scuola nazionale dell’olio extravergine d’oliva Evoo School Italia, promossa da Unaprol, Coldiretti e Campagna Amica”. Con il riconoscimento dell’Olio Roma, si rafforza così il primato mondiale del Made in Italy nella produzione di extravergine di qualità grazie al maggior numero di denominazioni riconosciute in Europa (43 Dop e 4 Igp) e il più vasto tesoro di biodiversità del mondo con l’Italia che può contare su 533 varietà di olive contro le appena 70 degli spagnoli che hanno una produzione di massa quasi sei volte superiore. Solo nel Lazio troviamo 4 Dop riconosciute, ovvero l’olio extravergine d’oliva “Canino”, “Sabina”, “Tuscia” e “Colline Pontine”. “Si tratta di un progetto inclusivo – conclude Granieri – e di un atto di democrazia economica, che offre una grande opportunità a tutti i territori, sia a quelli che hanno lavorato sulle Dop esistenti, sia a quelli che non hanno avuto la possibilità di farlo”.