Questa mattina, martedì 19 novembre, alle 9:30, tanti agricoltori provenienti da tutto il Lazio si sono radunati davanti al palazzo della Regione con le bandiere Coldiretti per protestare contro l’assenza di misure concrete a sostegno del settore agricolo e per denunciare la mancanza di dialogo con l’assessore regionale Giancarlo Righini.
“Sarà una mobilitazione permanente – ha dichiarato David Granieri, presidente di Coldiretti Lazio – fino a quando l’agricoltura nel Lazio non riceverà la centralità che merita. Serve un assessorato dedicato esclusivamente al nostro settore, guidato a tempo pieno e senza l’intento di bypassare politicamente e sindacalmente la Coldiretti”.
La protesta punta i riflettori sulle gravi difficoltà che attraversano tutte le filiere: dal settore ovino, con una perdita di 250.000 capi, alla suinicola, costantemente minacciata dalla Peste suina. Anche l’ortofrutta è in crisi, con la moria dei kiwi, e la corilicoltura ha subito un calo del 50% del raccolto. Nella filiera bufalina si registra un crollo del prezzo del latte alla stalla, mentre la zootecnia vive un momento critico, sia nella produzione di latte che di carne.
“Sono mesi che le nostre proposte restano inascoltate – ha aggiunto Granieri – mentre l’assessore Righini continua a dimostrare inconsapevolezza rispetto alla situazione di crisi che sta mettendo in ginocchio l’agricoltura regionale. Solo dopo le nostre proteste è stato istituito il primo tavolo di rappresentanza l’8 novembre, e si è riunito ufficialmente solo ieri, 18 novembre, un anno e mezzo dopo l’inizio di questo governo regionale. Questo ritardo è inaccettabile”.
Un altro tema centrale è la gestione della fauna selvatica. I cinghiali continuano a distruggere fino all’80% dei raccolti, mentre la Peste suina rimane fuori controllo. I pastori, costretti a dormire in auto per proteggere le greggi, devono affrontare anche l’attacco dei lupi e la diffusione della malattia della “lingua blu”, senza ristori adeguati. A tutto ciò si aggiungono i ritardi nella programmazione dello sviluppo rurale, con decisioni che non tengono conto delle reali necessità del settore. La filiera delle nocciole, quella bufalina e l’ortofrutta richiedono interventi urgenti per riorganizzare e programmare il futuro.