Iniziate questa mattina le operazioni di sgombero del campo rom “La Barbuta”, così come disposto dalla relativa ordinanza capitolina. L’obiettivo è ripristinare le condizioni ambientali e igienico sanitarie a tutela della salute pubblica.
Dopo Camping River, Schiavonetti, Foro Italico, l’area F del campo di Castel Romano e Monachina, questo è il sesto insediamento superato e chiuso da Roma Capitale.
A Roma, dal 2017 a oggi, grazie agli interventi attuati secondo le linee del Piano Rom, è stata inoltre registrata una diminuzione delle presenze del 41,1% nei campi autorizzati e del 34,9% in situazioni abusive o non regolari.
Nel campo rom “La Barbuta”, in particolare, al termine di un progetto sociale interamente finanziato con fondi europei durato tre anni e curato da Croce Rossa Italiana, è stata registrata una diminuzione delle presenze del 65%. Dei residenti rimanenti, circa i due terzi hanno firmato il Patto di Solidarietà con il Comune di Roma e sono stati dunque coinvolti, come previsto, in progetti di cohousing.
Con le operazioni odierne si sta procedendo allo sgombero delle persone rimaste all’interno dell’insediamento e al reinserimento dei fragili in strutture adeguate. Successivamente all’allontanamento dei nuclei, viene avviata la rimozione dei moduli abitativi liberati e la pulizia e la bonifica dei luoghi.
Prosegue dunque l’azione di superamento e chiusura dei campi rom presenti in città, in linea con quanto previsto dal Piano Rom. Un’azione che viene affiancata da un intenso lavoro sul contrasto al fenomeno dei roghi tossici. Dal 2017 a oggi è stata registrata, infatti, una diminuzione del fenomeno dell’83,2%, testimonianza dell’impegno profuso dall’amministrazione e dalle forze di polizia nella lotta contro questi fenomeni di illegalità.