“Alle aziende agricole colpite dalla guerra in Ucraina e dai maggiori costi dell’energia servono più liquidità e regole certe. Le Regioni hanno fatto delle proposte in tal senso al Governo”, dichiara Federico Caner, coordinatore della commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni.
“Soprattutto l’Unione europea deve modificare alcune condizioni, come il tetto massimo per gli aiuti di Stato, che sostenga le imprese sui maggior costi di carburanti, mangimi e fertilizzanti. Servono modifiche alla Pac e al PSN 23-27, spostando temporalmente gli obiettivi al fine di superare la crisi incrementando la produttività agricola. In tal senso servono anche maggiori superfici per coltivare mais, grano, soia e girasole, cercando di limitare i danni alla nostra produzione agroalimentare d’eccellenza e alla zootecnia. E’ urgente la disapplicazione delle superfici a riposo e degli obblighi di diversificazione culturale. Fondamentale la deroga alla disciplina degli aiuti di Stato. Pertanto si ritiene necessario che il Quadro temporaneo per le misure legate alla pandemia sia prorogato a dopo il 2023 e che se ne preveda uno specifico per il settore agricolo e agroalimentare. Sono necessari provvedimenti nazionali immediati per favorire la liquidità delle imprese e sui costi energetici, come la riduzione delle accise sul carburante e dell’Iva. Sono inoltre indispensabili misure di sostegno a determinate produzioni agricole, prevedendo una maggiore attenzione alle culture cerealicole e industriali destinate all’alimentazione umana e zootecnica”.
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“Le Regioni intendono contribuire al superamento della crisi economica derivante dalla guerra in Ucraina e al protrarsi della pandemia”, dichiara Mirco Carloni, vicepresidente della regione Marche e coordinatore della commissione Sviluppo economico della Conferenza delle Regioni.
“Quindi abbiamo elaborato un documento, un pacchetto di proposte che abbiamo anticipato al Governo, per contrastare la crisi e sostenere le imprese più colpite, in particolare quelle energivore e più collegate all’aumento delle materie prime. Condividendo obiettivi e interventi possiamo rafforzare e garantire la continuità produttiva e il rilancio economico e sociale.Sono da considerare anche gli effetti negativi dovuti alla caduta dell’interscambio nei mercati russo e ucraino, con ricadute soprattutto in alcuni specifici comparti: alimentare, moda, mobili, legno e metalli.Si sottolinea anche l’impatto sul comparto agricolo con il blocco dell’export di fertilizzanti e cereali, i mancati raccolti in Ucraina, le ricadute sull’allevamento e le filiere agroalimentari.Quindi proponiamo al Governo di lavorare insieme per rilanciare il ‘made in Italy’ e le filiere produttive più sottoposte agli effetti negativi dovuti alla guerra. Governo e Regioni possono unire i loro sforzi per favorire la ripresa.Esprimiamo soddisfazione nei confronti del Dl 21 del 21 marzo scorso, che ha in parte recepito le proposte delle Regioni, ma al contempo abbiamo ribadito la necessità di inserire alcune richieste di modifica e integrazioni allo stesso per rispondere con maggiore efficacia a questa delicata fase economica”.