L’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato insieme al Direttore generale della Asl Roma 5, Giorgio Giulio Santonocito, ha presentato nel pomeriggio il progetto del Nuovo Ospedale Tiburtino (NOT), approvato e finanziato dalla Regione Lazio. Il NOT sorgerà in via Cesurni a Tivoli Terme su terreni di proprietà dell’ASL Roma 5.
In corso il bando di gara, con scadenza 15 ottobre, per un importo di oltre 9 milioni di euro. Un progetto per complessivi 205 milioni di euro, con finanziamenti dedicati provenienti dal Ministero e dalla Regione. Previsti dal progetto 347 posti letto, con una implementazione importante rispetto gli attuali Posti Letto attivi sul Polo Ospedaliero di Tivoli. La superficie complessiva dell’opera sarà pari ad oltre 87.000 mq e la superficie per singolo posto letto di circa 142 mq. Il Nuovo ospedale Tiburtino conterà 8 Sale Operatorie nonché implementazione di servizi di diagnostica e generali a supporto dell’operatività di un centro che andrà ad intervenire su una vasta area di popolazione.
“Si tratta di una grande sfida, un’opera strategica per il quadrante est. Con l’uscita dal commissariamento torniamo a progettare e investire in sanità. La nuova struttura sorgerà in un’area di proprietà pubblica, servita sia dal trasporto su ferro che dalle dorsali autostradali. Questo nuovo ospedale oltre a servire tutto il quadrante est molto popoloso di Guidonia e Tivoli servirà anche a decongestionare l’ospedale Sandro Pertini di Roma” ha commentato l’Assessore Alessio D’Amato.
“Un nuovo impegno per la ASL Roma 5, nonostante il COVID infatti dal gennaio 2020 è stata portata avanti una continua interlocuzione per la definizione della progettualità. La nuova struttura porterà vantaggi ai cittadini e soprattutto il potenziamento dell’assistenza sanitaria del territorio, andando anche ad alleggerire gli accessi presso le strutture romane. Sono state individuate le aree oggetto della realizzazione ed individuata l’importante linea di finanziamento per la definizione della progettualità definitiva, esecutiva, punto di partenza fondamentale per la riuscita dell’opera – spiega il Direttore generale della ASL Roma 5, Giorgio Giulio Santonocito – Il nuovo ospedale introdurrà standard qualitativi e quantitativi, ambientali, impiantistici e tecnologici in grado di garantire elevati livelli prestazionali in relazione al comfort sanitario, alla funzionalità ed alla sicurezza alla sostenibilità.
L’assetto distributivo della struttura sanitaria sarà caratterizzato inoltre dall’articolazione in aree funzionali interconnesse secondo criteri di estrema flessibilità. Il progetto prevederà un alto livello di efficienza ed umanizzazione dove l’uomo sarà posto al centro delle attività da svolgere.
Sarà un ospedale ecosostenibile, flessibile, in grado di affrontare le sfide che oggi con drammaticità stanno investendo la Sanità mondiale. Il progresso tecnologico e scientifico in atto ed in crescente evoluzione, il continuo cambiamento delle esigenze sanitarie e l’attuale attenzione ai temi della sostenibilità, del comfort del benessere richiedono una visione strutturale, organizzativa e gestionale della complessa rete dei servizi socio-sanitari, nuova e dinamica che prenderà corpo nell’Ospedale Tiburtino. Un nuovo approccio alla progettazione dei luoghi della salute, in grado di favorire sinergie e relazioni non solo tra le diverse discipline ma anche tra le diverse funzioni di diagnosi, cura, ricerca e formazione che caratterizzano il sistema-sanità. La progettazione del nuovo sistema ospedaliero – continua Santonocito – garantirà l’integrazione dello stesso con il territorio e le sue funzioni. L’ospedale sarà in grado di conciliare le complessità tecnologiche con la dimensione umana per offrire all’utenza ambienti idonei e accoglienti ma anche sicuri e per gli operatori. Lo abbiamo pensato come una piastra circolare – che allocherà i servizi dell’emergenza – stretta come in un abbraccio dalla struttura di degenza e servizi, che a loro volta si svilupperanno secondo una precisa gradualità orizzontale in sintonia con l’intensità di cura prestata. Una torre sarà dedicata alle malattie infettivo diffusive ed ai sistemi di bio-contenimento. Ai piani inferiori più accessibili, in logica di gradualità verticale, i servizi ambulatoriali e di accettazione”.