
Dal 1° gennaio 2025, i cittadini del Lazio possono accedere alle prestazioni di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) attraverso le ASL, con i costi interamente a carico del Servizio Sanitario Regionale.
La Giunta regionale, su proposta del presidente Francesco Rocca, ha istituito la Rete della Procreazione Medicalmente Assistita, segnando un importante passo avanti per potenziare i livelli essenziali di assistenza e garantire servizi di alta qualità ai cittadini. L’iniziativa mira ad ampliare l’offerta sanitaria regionale grazie alla collaborazione tra le Aziende Sanitarie Locali e le strutture accreditate. Attualmente, le prestazioni di PMA sono disponibili presso gli ospedali Sandro Pertini, San Filippo Neri e Policlinico Umberto I a Roma, il centro Sant’Anna e il Santa Maria Goretti di Latina. Inoltre, sono in corso di attivazione servizi presso l’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini.
Le donne e le coppie interessate possono avviare il percorso attraverso un ambulatorio di prossimità della propria ASL di riferimento, previa prescrizione di una visita ginecologica o andrologica per la valutazione dell’infertilità. Il processo diagnostico è strutturato per identificare le cause di infertilità o sterilità in modo sistematico, consentendo così un trattamento personalizzato. Le tecniche utilizzate seguono il principio della minore invasività e comprendono sia la procreazione omologa sia quella eterologa, con la possibilità di utilizzare gameti donati.
Un ruolo chiave in questo progetto è affidato alla transizione digitale e alla telemedicina. Questi strumenti consentiranno una gestione più efficace del percorso assistenziale grazie alla tele-visita di controllo, al tele-consulto medico e al tele-monitoraggio tramite dispositivi medici avanzati. La realizzazione della Rete della PMA è il risultato di una pianificazione che ha visto il potenziamento della Rete Ospedaliera 2024-2026 e il reclutamento di 14mila nuovi operatori sanitari, con un investimento complessivo di 661,5 milioni di euro. Ginecologi, endocrinologi, urologi, psicologi e altri specialisti saranno il fulcro della nuova rete di assistenza, affiancati da un coordinamento regionale dedicato. Tra i punti di forza della rete figurano la creazione di centri hub e spoke per le tecniche di PMA, rispettivamente di I, II e III livello, distribuiti su tutto il territorio. Questa organizzazione capillare mira a garantire servizi di prossimità e ridurre al minimo i disagi per le famiglie che scelgono di intraprendere questo percorso.